SEMPRE PEGGIO.....VERGOGNA !!! PRESENTATI 1300 EMENDAMENTI, NESSUN PARTITO PARLA DEL SUPERBOLLO.......SOL O LA LEGA (BASTARDI) CHE ADDIRITTURA LO VUOLE FAR PARTIRE DA 150 KW

Gli emendamenti della Lega Nord

Queste le proposte del partito guidato da Umberto Bossi:

LE AUTO DI LUSSO. Abbassare la soglia del superbollo a partire dai 150 Kw: 2 euro a Kw fino a 170 che diventano cinque fino a 185; da questa cifra in poi vale la cifra già prevista per le 'supercar' dal governo nel testo originario del decreto.

PATRIMONIALE ANTIEVASIONE. Il Carroccio ripropone l'idea già presentata da Roberto Calderoli: individuata una serie di beni mobili ed immobili di riferimento, si applicherà l'imposizione oltre un certo livello. Chi ha già pagato le tasse non ne dovrà altre. Il gettito possibile va da uno a 3/5 miliardi.
TAGLIO AI TRASFERIMENTI ALLE IMPRESE PUBBLICHE. Lo hanno proposto Giavazzi e Alesina, renderebbe tra i 3 ed i 5 miliardi, «praticamente la somma necessaria per non reintrodurre l'Ici sulla prima casa».
LE BANCHE. Riproporre la legge sul massimo scoperto, sulla base della proposta avanzata dalla Banca d'Italia; tagliare le commissioni sulle carte di credito fino a 2.500 euro; aumentare a 1.000 euro il limite per il pagamento per contanti delle pensioni.
GLI ENTI LOCALI. Censimento degli «immobili fantasma»; interventi sul patto di stabilità dei comuni; spostamento della compartecipazione dei comuni dall'Iva all'Irpef, «che è una tassa più federalista».
LO SVILUPPO. Aumentare gli assegni per le famiglie con più di quattro figli finanziandoli con una tassa sulle slot machines che renda circa 800 milioni all'anno.
LE PENSIONI D'ORO. Introdurre un contributo di solidarietà per quelle oltre i 90mila euro/anno: 10% fino a 100mila, 20% oltre i 200mila. Impedire il cumulo di pensioni per chi percepisca oltre 10mila euro al mese di pensione. Il contributo di solidarietà andrebbe introdotto anche per i lavoratori privati al 10% a partire da 120mila euro annui di stipendio.

Sul decreto salva Italia ribolle il malcontento: la manovra è stata sommersa da 1.300 emendamenti. Tante le correzioni dei partiti raccolte in commissione Bilancio alla Camera. Quasi la metà, 600, sono quelle presentate dalla Lega Nord: un vero Vietnam, in cui le camicie verdi tentano di impantanare la manovra. E con cui tentano di mostrare la propria radicalità agli elettori. A sorpresa infatti il Carroccio ha infilato nel mazzo una misura che prevede la vendita delle frequenze tivù, una mossa con la quale il governo «potrebbe raccogliere un ricavo stimato di circa 4 miliardi di euro», alleviando i colpi di scure su pensionati e proprietari di case.
572 PROPOSTE DAI PARTITI DI MAGGIORANZA. La maggior parte delle proposte leghiste ha fini ostruzionistici. Gli emendamenti su cui i leghisti puntano veramente sono una trentina: eliminare l'Ici sulla prima casa, salvare le pensioni basse consentendone l'indicizzazione, cancellare la norma che elimina le pensioni di anzianità. Poi c'è l'Italia dei Valori che ne ha presentati più di 120. Ma ben 572 sono quelli dei partiti di maggioranza, democratici, pidiellini e futuristi, al cui interno ribolle il malcontento. Futuro e Libertà ne ha presentati 37 su diversi temi, tra cui l'asta delle frequenze tivù e l'Imu alla Chiesa.
ICI ANCHE SULLE PARROCCHIE. Il tema della tassazione per gli enti eccelsiastici ha raccolto forti consensi anche nel Popolo della libertà. Due emendamenti presentati da quattro deputati - Maurizio Bianconi, Viviana Beccalossi, Monica Faenzi, Francesco Biava - sono addirittura oltranzisti: chiedono di far pagare l'Ici anche alle parrocchie, agli oratori e agli edifici di culto o, in subordine farla pagare almeno a quegli oratori che affittano campi di calcio o sale per le feste di compleanno.
Il decreto dovrebbe arrivare alla discussione nell'Aula di Montecitorio giovedì 15, mentre il via libera definitivo al Senato è previsto al massimo per il 23 dicembre.
IPOTESI MINI EMENDAMENTO. Per blindarlo l'8 dicembre il premier Mario Monti aveva ipotizzato come soluzione una 'cabina di regia' tra il governo e i capigruppo dei partiti che lo sostengono. Il risultato sarebbe un mini-emendamento, piuttosto che un maxi, sui tre punti sui cui convergono Pd-Pdl e Terzo Polo, cioè l'innalzamento della soglia delle pensioni che non subiranno la deindicizzazione e di quella di 20 mila euro per l'Ici sulla prima casa; e un ritocco ai disincentivi per i prepensionamenti.
GIARDA: POCO SPAZIO PER MODIFICHE. Il ministro per i Rapporti con il parlamento, Piero Giarda, ha spiegato: «C'è in primis la necessità di non modificare la struttura complessiva del decreto. Gli effettivi spazi finanziari sono assai limitati. Rimane la piena disponibilità del governo a a valutare con attenzione tutte proposte per emendamenti migliorativi del testo del decreto». Anche se Mario Monti in conferenza stampa da Bruxelles, ha difeso le misure approvate in Consiglio dei ministri.
L'analisi degli emendamenti è in programma sabato 10 dicembre.

Gli emendamenti di Futuro e libertà

Il partito presieduto da Gianfranco Fini ha chiesto:
L'IMPOSTA DI BOLLO. L'eliminazione dell'importo massimo di 1.200 euro per l'imposta di bollo sui conti titoli: applicando l'aliquota piena dell'1,5 per mille sarebbe possibile alleggerire l'addizionale regionale Irpef.
LE FREQUENZE. La promozione di un'asta a pagamento per l'aggiudicazione delle frequenze televisive per il digitale terrestre, per cui attualmente sono in corso le procedure di assegnazione gratuita.
LE IMPRESE. La riduzione dei trasferimenti pubblici di 3,5 miliardi con i quali realizzare invece un taglio medio dell'Irap di circa il 13%.
Gli emendamenti di Grande Sud

Il partito guidato da Gianfranco Micciché ha chiesto:
IL CREDITO. Il ripristino del Credito d'imposta nelle regioni meridionali e un fondo per garantire il credito fino a 50 mila euro a soggetti disoccupati da almeno un anno e residenti nelle regioni del sud che volessero avviare attività imprenditoriali.
L'INDICIZZAZIONE. Di garantire l'indicizzazione delle pensioni fino a tre volte la minima (circa 1.400 euro).
LE INFRASTRUTTURE. L'inserimento come priorità esecutive di 39 infrastrutture essenziali per il Sud, tra le quali figurano la Circumetnea, il raddoppio della Ragusa-Catania, la strada statale dei due mari, la metropolitana di Reggio Calabria, la strada statale Salerno-Potenza-Bari, la metropolitana di Napoli Linea 1, la Taranto-Manduria-Lecce.
LE OPERE PUBBLICHE. L'istituzione di un elenco delle opere pubbliche incompiute che possono essere oggetto di riadattamento e riutilizzo, ovvero vendute a privati; l'eliminazione del tetto massimo di spesa in ristrutturazione per gli immobili danneggiati da eventi calamitosi straordinari, come le alluvioni del messinese.
LE IMPRESE. L'azzeramento della contribuzione per cinque anni alle aziende che assumono a tempo indeterminato al Sud - ex zone obiettivo 1.