Il Grande Papà è colui che preso da incontrollato furore umanista scopre che nel Mondo vi sono persone che abbisognano dell'altrui aiuto.
Codesto novello Cavaliere dei rapporti umani, si erge, quindi, come paladino del rispetto e della considerazione dell'entità Uomo. Spesso quest'investitura se la attribuisce autonomamente quando in determinati periodi della sua vita si trova per esempio nella posizione dominante e di grande responsabilità di chi diventa Capoufficio, di chi diventa Imprenditore, di chi aumenta il numero dei Dipendenti, annoverando spesso anche "poveri" extracomunitari, quindi umanità ancora più bisognosa, od ancora più spesso quando si ritrova (a volte suo malgrado...) ammantato dell'aura della PATERNITA'.
Il contatto, quindi, con creature da lui giudicate ovviamente inferiori, quindi deboli, quindi bisognose... fa scattare nel Grande Papà una ricerca introspettiva della propria umanità tale da lasciargli come unica considerazione della propria condizione di Uomo, quella di essere stato creato per "proteggere". Ecco che nasce quindi la figura, quasi metafisica, in quello che può essere considerato il microcosmo dei rapporti umani, del Grande Papà.
Un'attenta esegesi dei sui scritti, dei suoi interventi..... rivela una natura apparentemente riflessiva ed equilibrata, ma in realtà impulsiva e deviata. La presunta chiarezza del suo pensiero e del suo compito peculiare (proteggere), fa si che in realtà esso non abbisogni affatto leggere il pensiero altrui per eventualmente confrontarsi, bensì, onniscente e perfettamente conscio della propria missione esso si rivela spesso di una natura impulsiva e squilibrata verso il proprio Ego.
La parola, il gesto sono mere forme di quella che è la reale espressione di propagazione della propria essenza taumaturgica nei confronti del Mondo. Capire l'uso di queste forme non è chiaramente da tutti. Solo pochi eletti possono realmente, sempre secondo la sua filosofia, essere in grado di capire il suo "spleen"..... solo pochi possono cogliere la gnosi della sua Essenza.
Questa visione gnoseologica porta in se una matrice evidentemente "elitaria", tipica di una forte credenza che colui che porta la conoscenza è sicuramente un eletto, e la conoscenza ed il sapere sono sicuramente acquisiti a livello innato. Questo è forse il più grande paradosso della propria dottrina : una visione angostica della sua splendente essenza accostata ad un processo di sicuro gnosticismo che il Mondo deve affrontare per potersi rapportare a Lui.
Nella vita quitidiana, il Grande Papà vigila...., sta sempre attento a che nessuno possa mai abusare della difficoltà di chi è (secondo Lui) più debole. E' sempre pronto all'intervento ed alla filippica propedeutica. Lui è il Mestro o Magister, ed insegna comportamento e Filosofia del "poter" vivere.
Non disdegna sovente vere e proprie stille di Buonismo in ogni suo scritto, ecco, si potrebbe dire che questo (il Buonismo) rappresenta forse la natura intrinseca della sua umanità terrena. Lui è un eletto, ed in tal senso dovrebbe essere scevro da qualsivoglia classificazione umana e terrena di sentimento..., ma il Paternalismo ed il Buonismo sono come le sue propagazioni di saggezza nei confronti delle umane miserie. Sono i due bracci del Demiurgo che avvolgono la tristezza degli eventi umani dando loro nuova linfa e nuova spiritualità come in un grande abbraccio Paterno.
Un Uomo, un Padre..... un Dio.

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