Correvano gli eroici anni ’60, quando un giovane e scapestrato pazzoide a stelle e strisce si vide negare dal già famoso (e come sempre irascibile) Enzo Ferrari una collaborazione che poteva essere alquanto fruttuosa: quel personaggio si chiamava Carroll Shelby, e se la legò al dito talmente tanto che promise che avrebbe fatto mangiare la polvere alle auto col cavallino rampante proprio in pista…
…la filosofia del nostro amico “born in the USA” era tanto semplice quanto devastante: alla “raffinatezza motoristica” delle vetture italiane, lui contrappose la brutale e massiccia presenza della GROSSA CILINDRATA: approccio forse barbarico, ma quanto mai efficace…i figli di questa filosofia avevano nomi inquietanti e “serpentini”, e come i predatori velenosi e striscianti fecero una debita strage di cavallini (modenesi) e cavalline (di stoccarda)!
Ma veniamo a noi, e più in particolare troviamo il collegamento tra questo excursus storico e quello che vi sto per raccontare: il collegamento è proprio legato alla cilindrata, esagerata ma sicuramente efficace ed affascinante, dell’oggetto a 4 ruote che è stato il mio cavallo di razza per una giornata di guida artistica…signori e signore meet and greet the CHEVY CORVETTE Z06: settemila cc di pura violenza in un telaio incredibilmente raffinato…il tutto condito da un’estetica che più yankee di così non si può!
L’occasione di guidare questo mostro è data dalla CORVETTE PERFORMANCE ACADEMY ,che per il 2009 ha indetto una giornata di “corso avanzato” in un interessante pistino francese situato a qualche decina di km da Strasburgo: l’impianto in questione si chiama GEOPARC e ospita, oltre a un simpatico tracciato di 2,5 km, anche diverse altre aree di sciamanna mento motoristico on/offroad a 360° su ruota…e su scafo (addirittura tre bacini artificiali per seminare il terrore su moto d’acqua et altre amenità similari)...si, insomma, un piccolo paradiso per noi petrolheads
L’andamento di questo pistino, che ha una struttura “modulare” ed è suddivisibile in due sotto-tracciati (alla stregua di Adria) è caratterizzato da una prima parte piuttosto “stretta”, con una chicane “a cruna d’ago” proprio alla fine del brevissimo rettilineo del traguardo (che peraltro viene sovrastato da una passerella panoramica accessibile al pubblico! Molto scenografico!) che immette in pochi metri in una coppia di “gomiti” destrorsi…
…il secondo gomito è in leggera salita e prelude ad un allunghino da seconda/terza rialzato (che scorre parallelo ad un terrapieno anti-caduta…nella sottostante linea ferroviaria), che a sua volta porta ad una chicane destra-sinistra-destra molto più aperta, piuttosto “veloce” e con un interessante variazione altimetrica: la chicane finisce in un altro allungo, stavolta più sostanzioso, che porta ad un tornantone di ritorno…ed alla fine di questo tornantone di ritorno arriva una parte MOLTO tecnica da seconda/terza: curve in stretta sequenza sinistra-destra-destra a stringere-sinistra a raccordare-sinistra a doppio raggio-uncino a destra: una versione in scala maggiorata di un kartodromo, a misura giusta per guidare “davvero” senza però prendere velocità eccessivamente alte.
Per la giornata in essere, il suddetto pistino verrà affrontato con la massima espressione “umana” del motorismo marcato corvette (eccezion fatta per la recente ZR1…che però dal mio punto di vista è più un aereo che un’automobile), i cui punti di forza (e di differenza rispetto alla sorella “civilizzata” da soli 6200 cc di cilindrata) sono, per chi non li conoscesse:
- telaio in alluminio idroformato;
- carrozzeria in fibra di carbonio;
- assetto irrigidito e ribassato;
- scatola sterzo più diretta;
- motore V8 7000 cc (o se preferite 427 pollici cubici) centrale/anteriore, con carter secco, bielle in titanio ed altre amenità impensabili per un classicissimo “pushrod” solo apparentemente “preistorico”;
- sospensioni indipendenti sulle 4 ruote con molle a balestra in materiale composito;
- freni giganteschi;
- cambio manuale a 6 marce; e
- un utilissimo ESP/TCS tarabile su tre livelli di intervento.
Insomma…tanta roba! E soprattutto…513 CAVALLAZZI AMERICANI (direi mustangs…ma è la concorrenza :-P allora ripieghiamo su “appaloosa”) scatenati e una fiume di chilogrammetri (per 1300 e spiccioli kg di peso, vale a dire una onesta “segmento C” ma con tre/quattro motori montati sotto la pelle 8-) )
La giornata comincia, come già si era visto al “corso base” a cui avevamo partecipato io e il mio amicone Gunner, con un briefing teorico sulle solite nozioni di base…blablablabla…un dersteer, oversteer, brake, driving position…blablabla…s i, ok grazie per il ripasso, ma lo sappiamo già! Quand’è che si fa sul serio?
La compagnia di “allievi” attende con impazienza il momento della pratica, ed in particolare il “gruppo eversivo2 dei quattro italiani (me compreso!) è già lì che morde il freno…finalmente l’istruttore sembra leggerci nel pensiero e dichiara perentorio “adesso basta teoria, andiamo a guidare!”
YUHUUUUUUUUUUUUUU come i galli ribelli del villaggio di Asterix ci gettiamo in pista, chi in auto chi…a piedi…e raggiungiamo il primo “workshop” della giornata: ESERCITAZIONE PRATICA SUL SOVRASTERZO DI POTENZA.
L’esercizio viene fatto su una curva particolarmente adatta e abbondantemente irrigata, e consta nel “sopravvivere” ad un sovrasterzo indotto dando il gas sull’acqua (ed ovviamente con tutti i controlli disattivati): la cosa è piuttosto seria, vuoi per l’entità degli angoli di deriva implicati in una siffatta manovra, vuoi per la NOTEVOLE potenza trasmessa alle ruote posteriori e (soprattutto) vuoi per il grado di allupamento totale degli allievi #61514;
La cosa bella di questo esercizio è che alla fine la curva da fare fa parte di uno dei due sotto-circuiti in cui è divisibile il geoparc…indipercui prima e dopo la “forced derapescion” c’è sempre il momento per farsi il giro di mezza pista…eheheheheheh…n aturalmente gli istruttori si sgolano a dire “mi raccomando il giro fatelo piano” ma OVVIAMENTE nessuno si sogna minimamente di passeggiare.
Detto-fatto, salgo in auto con uno degli italiani (nickname: VETTESHARK), che poi scopro essere una pregevole rappresentanza di quel branco di (adorabili) pazzi della SCUDERIA CORVETTE ITALIA, il quale dichiara da subito: “su auto come queste, se non ci provi non imparerai mai niente”…e infatti pronti-via al primo passaggio dopo l’esecuzione del sovrasterzo ci esibiamo in un acrobaticissimo 720° nell’erba…e mi pare anche giusto! Sennò che siamo venuti qui a fare? A giocare a tressette? ROTFLONE!
Tra un brivido e una risata, i passaggi si susseguono ed il controllo della sbandata migliora…ad un certo punto ci si cambia i posti in auto e passo ai comandi della bestia.
Rispetto alla C6 “base” che ho avuto modo di assaggiare a dovere nel corso base, la Z06 (finora provata solo su strada e quindi ben al di sotto del suo inviluppo prestazionale) è completamente diversa: ha una controllo elastico/idraulico delle sospensioni molto efficiente, non rolla, non “deriva” e non “galleggia” e ha uno sterzo che (sensibilità tattile al fondo stradale a parte) è paragonabile (incredibile ma vero!) a quello della mia lotus: precisissimo e molto diretto, permette controlli ultrarapidi con pochissimi gradi di rotazione…super-sballo! Certo, l’auto non è leggera come la lotus, ma il peso non si avverte, a parte una (ovvia) sensazione di “pesantezza” del muso in prossimità della corda delle curve…ma del resto ci sono pur sempre 500 kg di differenza e soprattutto c’è un motore che sta DAVANTI anziché dietro l’abitacolo!
L’esecuzione dell’esercizio di sovrasterzo controllato di potenza è piuttosto “rognosa”, dato che nonostante l’enorme potenza, gli altrettanto enormi pneumatici posteriori (da 325…) e l’asfalto molto gripposo fanno di tutto per tenere il culo dell’auto “in traiettoria”…MA QUANDO IL POSTERIORE SE NE VA NON SI SCHERZA: bisogna essere molto attenti e veloci a gestire il gase e soprattutto lo sterzo, pena l’innescarsi di pendolamenti furiosi (sembra quasi una R1 del ’98 senza ammortizzatore di sterzo) e ingloriosi testacoda in una nuvola di fumo di gomma bruciata e/o di erba e terra.
A differenza del corso base, dove i turni di guida erano molto brevi, qui al livello avanzato si guida davvero…e si guida tanto: di fatto, dalle 10 alle 12 antimeridiane i motori non sono MAI spenti, ed alla fine posso stimare circa UN’ORA SECCA di guida effettiva…sempre di traverso! Aurgh!!
Naturalmente, alla già intrinseca libidine di in traversare a tutto piacimento la corvettona si affianca il piacere un po’ trogloditico e molto goliardico di commentare in tempo reale le derapate con il passeggero: ne escono delle scenette veramente esilaranti, sia per i pazzi chiusi in auto che per quelli che attendono il loro turno…un po’ meno per gli istruttori, che probabilmente hanno tentato di chiamare più volte il manicomio locale per venirci a prendere…
Dopo aver raggiunto un livello “decente” di controllo e gestione delle scodate di potenza, e dopo aver consumato buona parte dei pneumatici posteriori, arriva una meritata pausa-pranzo, dove ovviamente gli argomenti principali di discussione sono: auto, auto, auto, motori V8, auto, corvette moderne, corvette d’epoca, lotus, moto, auto, motori, freni, differenziali, ancora motori, elaborazioni, poi un pizzico di TOPA (ma veramente poca: circa 15 secondi di conversazione) e gran finale…auto!
La giostra riprende nel primissimo pomeriggio, con la divisione del parco-sciamannati in due sottogruppi e la corrispondente divisione della pista nei due sotto-tracciati: un gruppo gira, con l’istruttore-apripista in testa (in auto da solo!) sul tracciato più “handling” mentre l’altro affronta l’altra parte più scorrevole e veloce: ORA SI FA SUL SERIO.
Ovviamente, i primi giri sono piuttosto turistici, ma gli ineffabili istruttori sanno benissimo con cosa hanno a che fare e ci portano gradualmente ad aumentare il ritmo: naturalmente, alzando il ritmo cominciano ad apparire quei tratti somatici TIPICI della guida della corvette, vale a dire “derapini” (di varia taglia) vari in uscita, accelerazioni pazzesche, teste che a ogni cambiata si ribaltano all’indietro…e ovviamente qualche escursione sul prato! Sempre della serie “non stiamo giocando a tressette”
Le mie sessioni di guida, piuttosto lunghette, al volante della Z06 mi permettono di confermare l’impressione della mattinata: l’auto è decisamente “track-oriented”, fa cose impensabili e dinamicamente MOLTO sbalorditive, ed in più ci mette quel pizzico di CARATTERE che la rende inconfondibile e molto più affascinante di una “qualsiasi” tedesca con motore posteriore a sbalzo: le performance assolute sono poi molto elevate, con accelerazioni “motociclistiche” (il Gunner penso si ricordi ancora il suo giro a Balocco come passeggero della Z06) e con frenate altrettanto impressionanti: peraltro, l’auto gira molto bene anche nello “stretto” sfatando TUTTE le concezioni ed i pregiudizi che si possono avere sulle “sportive all’americana”.
Dopo un’ora di circuito-handling, i gruppi si scambiano i posti e ci tocca (che sfortuna, eh?) la parte più veloce, che ha il suo punto più interessante che va dalla staccata (dalla quarta – 200 kmh – alla terza) del tornantone di ritorno alla “s” veloce, che immette su una curva a stringere in seconda: qui si trova un’ottima commistione tra tecnica e velocità di percorrenza…ed in più si trova la possibilità di fare una comparativa con la C6 “base”!
In uno dei turni di guida infatti ci tocca guidare una “seimilaedue”, che sulle prime ci fa “piangere”, dato che scesi dalla sorella maggiore sembra che questa non freni e non tenga in curva…ma il carattere più “granturismo” della C6 ha un suo lato positivo nella maggior prevedibilità delle reazioni: una volta fatta l’abitudine ai freni (sempre MOLTO potenti ma ovviamente non così aggressivi come quelli della Z06) e alla gommatura più “piccola” si scopre che metterla di traverso è più rilassante! Insomma, poca spesa e tanta resa!
Certo, la guida della “Z” è fonte di ben altre soddisfazioni, ma ovviamente richiede un livello di prontezza sensibilmente maggiore e tempi di reazioni notevolmente minori: me ne accorgo durante l’ultima sessione di pista, su tracciato pieno, dopo aver inanellato una serie di giri “da circo” sulla semilaedue, conditi da un regolare intraversamento di potenza (controllato! Ma quanto sono figo!!) su un curvino a sinistra: finisco la sessione di guida, passo di nuovo alla “settemila”, mi lancio (più ingazzurrito che mai) sul tracciato e OVVIAMENTE mi impongo di esibirmi nel power drifting nel punto incriminato!
Imposto, scompongo, ci do il gassone, correggo…per i baffi di Buffalo Bill! La correzione l’ho data come se avessi avuto ancora in mano la c6…TROPPO STERZO: l’auto si raddrizza ma NON punta la traiettoria di uscita della curva…punta direttamente il prato!!! AUGH!!! Gran lavoro di mani, grande gomitata sulla portiera (doloRRRe!!!) e scenografica escursione sull’erba…rientro in pista con la faccia tipica di RatMan quando viene pescato in un momento imbarazzante e sento l’istruttore alla radio che mi dice beffardo: “hai visto che lo sterzo della Z è più diretto e preciso della C6”
EH, L’HJO VISTO SI!!!
La giornata finisce in gloria, con spegnimento delle auto ANCORA TUTTE INTERE (per fortuna…e con sollievo degli istruttori), consegna dei miTTici diplomini e brindisino sciamannato! Salutoni, ancora qualche chiacchera( gli argomenti li sapete già) e si va tutti a casa…con addosso un odore di gomma bruciata e con nel cuore la pulsazione possente di quel motore infinito…eh, si conviene citare ancora una volta il mio amico Gunner:
THUMBS UP CORVETTE